Paesaggi di Luce: settembre 2014

Giuseppe Mezzatesta, nato a Roma il 21 Maggio 1944.
La sua esperienza pittorica inizia con l’impegnativo compito di creare scenografie teatrali presso lo Studio Paravicini di Roma. Ma i suoi interessi non si limitano a quel mondo bensì a svariate forme espressive ed eclettiche….
In seguito, evade del tutto e si esprime in modo pittorico servendosi di tele di varie misure lavorate ad olio con spatola, per raccontare con semplicità, carattere sano e solare, le sue impressioni-sensazioni sul paesaggio italiano.
Il colore “pulito” lavorato in piccoli tocchi sovrapposti, riesce a creare atmosfere poetiche, romantiche, a volte nostalgiche.

Luci e ombre giocano incantate su ogni elemento compositivo. Il suo lavoro pervaso d’intima commozione (com’è per tutti gli artisti) comunica piacevolmente a chi guarda la sua serena gioia creativa.
Ti parla di semplici cose che abbiamo dimenticato…….e riesci di nuovo a “sentire” il fruscio del ruscello fra i sassi e le sponde, il suono delle piccole cascatelle, il respiro del mare, l’odore dei prati vestiti di fiori, i mutevoli cieli mediterranei, i gridi dei gabbiani, il vento tra le foglie…..
Le prospettive risentono i benefici dei suoi studi scenografici, poiche riescono a dare il meglio in ogni scorcio, dove gli insediamenti umani non violentano il paesaggio ma ne fanno parte. Vi è, nel proporre queste immagini l’esigenza inconscia di “fermarle” poiché vanno scomparendo in un colpevole degrado inghiottiti da speculazione, minimalismo, incuria.
Il Maestro ci fa respirare ancora atmosfere limpide, incontaminate a misura umana. Ogni pennellata la magia dentro di Lui lo trasforma nel suo intimo, nel filo d’erba fragile nel vento o in onda di mare che si adagia sulla sabbia o rompe contro la roccia, in ogni cosa ottenendo meraviglioso, intenso, profondo rapporto uomo-natura, che “esce” dalla tela, saggio come la speranza di ogni essere umano figlio della terra, che senta per la madre e la sua sopravvivenza rispetto e amore.

( Beati i semplici che creano, perché essi vedranno Dio e il loro linguaggio farà gli uomini fratelli).

Rosalia Mangano – Docente di Arte e Immagine